lunedì 12 marzo 2018

[Valutazione] Irréversible - LoSpettro

Nome dell'opera: Irréversible
Autore: LoSpettro
Genere:
Amore/erotico
Valutazione: primi 5 capitoli
Lettura: primi 10 capitoli
Punteggio: 55/100

1) GRAMMATICA 5/25
Gli errori (tutti, tranne le segnalazioni sulla punteggiatura) verranno sommati. Il gruppo che comprenderà quelli di sintassi sarà moltiplicato per 2, di semantica per 1,5, di ortografia per 1. Una volta ottenuto il risultato esso sarà arrotondato per eccesso e in decimi sottratto al punteggio pieno di 25. In questo modo si darà maggior peso agli errori di sintassi, a seguire a quelli di semantica, in coda gli errori di ortografia.

Commento
Dalla lettura sono emerse numerose lacune. Prima fra tutte appare evidente quella sulla punteggiatura. Il testo si sgretola lapidato da un uso scorretto dei segni di interpunzione che ne ha penalizzato finanche il senso. È probabile che l'autore volesse rifarsi a un joyciano flusso di coscienza. Esperimento non riuscito, però, quand'anche in presenza di concetti di rilevante pregnanza, egli monopolizza l'attenzione del lettore sulle scorrettezze di cui sopra.
Rilevanti e originali autori sconvolgono la punteggiatura – e con essa le regole che ne descrivono il fluire – sottomettendola al proprio volere, ma creando un'armonica rappresentazione figurativa di ciò che stanno descrivendo, in un tripudio di emozioni e sensazioni. Lo stesso dicasi per la complessa semplicità di cui sono permeati i testi di Murakami. Sconvolgere le regole grammaticali è arte e vezzo consentito soltanto a chi possiede profonda (e approfondita) conoscenza delle stesse. Pena una rivisitazione grottesca dei più potenti autori di sempre.
Alcuni errori in questo testo sono dovuti a refusi, alla velocità di battitura o a una mancata revisione finale. Peccato per le imprecisioni in campo semantico che non hanno aiutato, solo in alcuni momenti, a visualizzare ciò che l'autore volesse sinceramente comunicare.
Per alcune, tra le segnalazioni in campo sintattico rilevate, non c'è spiegazione formale.
Nulla però che non possa essere corretto grazie all'attenta dedizione per la propria opera. Di seguito il dettaglio.

Punteggio
Sintassi: 77 x 2 = 154
Semantica: 9 x 1,5 = 13,5
Ortografia: 25 x 1 = 25
Tot: 192, 5 = - 20 punti

- Sintassi (errori evidenziati in numero)
17
(uso improprio della "d" eufonica)
6 (mancato uso del corsivo per termini di lingue differenti, concetti nuovi, aziende, progetti)
1 (mancata concordanza di complementi, conseguente all'uso scorretto di una congiunzione coordinante)
2 (mancata concordanza dei tempi verbali all'interno della narrazione)
1 (uso improprio di una preposizione articolata a rendere indefinito ciò che invece è più che specifico)
2 (ridondante ripetizione a distanza troppo ravvicinata e mancata sostituzione adeguata)
1
(mancato corsivo o delimitazione tra virgolette alte la citazione di frasi, pensieri, scritti altrui)
6 (ingiustificabile virgola a dividere il predicato dal complemento oggetto)
1
(uso di un articolo indeterminativo, in luogo di quello determinativo più corretto)
2 (uso improprio di un pronome diretto/particella pronominale atona)
1 (uso scorretto di un pronome)
1 (gradito il punto interrogativo in caso di domanda diretta, pena il mancato senso del testo)
1 (uso scorretto di un pronome dimostrativo)
1 (mancata concordanza di proposizioni subordinate legate da una congiunzione coordinante)
4 (ingiustificabile ed errata virgola a dividere il soggetto dal suo predicato)
2 (mancata preposizione a introduzione di una proposizione subordinata indiretta)
9 (il segno di interpunzione precedente al periodo rende la frase sconclusionata da un punto di vista strettamente sintattico. Mancano i presupposti per la formazione di una frase minima composta da soggetto è predicato; c'è ancor meno per il periodo, il quale appare impossibile: composto da sole subordinate e mancante di reggente)
1 (ridondante ripetizione di una constatazione all'interno della medesima frase)
1 (uso scorretto di una congiunzione disgiuntiva a fronte di una constatazione di dualità precedente)
1 (uso del corsivo auspicabile in caso di sostantivo sottinteso e uso di aggettivo sostantivato in sue veci)
1 (scorretta collocazione del "pensato" all'interno della narrazione al passato)
4 (mancato uso di una delimitazione di pensiero, il quale viene fuso alla narrazione interrompendone bruscamente la logica esistenza. Tale costrutto, utilizzato fino al termine del capitolo, ha costretto in persistente errore l'autore, che seguita a scrivere e descrivere i fatti in un nuovo tempo verbale: quello che sarebbe dovuto essere relegato al solo pensiero.)
1 (brusco cambiamento dei tempi verbali all'interno della narrazione)
1 (la mancata esclamazione esclude la possibilità che una frase formi una proposizione ottativa, trasformandola in un "mezzo periodo ipotetico": esso infatti non possiede protasi)
4 (mancata concordanza di numero tra soggetti e verbi)
1 (mancata concordanza del "lei" nella medesima frase)
1 (mancata concordanza di complementi a fronte di una congiunzione coordinante)
1
(pronome relativo di troppo)
2 (errore per "si" in luogo di "sì")

- Semantica (errori evidenziati in numero)
2
(uso scorretto del significato di due verbi in contemporanea a un errato uso di un pronome relativo che all'interno della medesima frase modificano il senso della proposizione, privando di logica l'intero costrutto)
4 (uso scorretto del significato di un verbo)
2 (uso impreciso del significato di un termine)
1 (circonlocuzione semanticamente non appropriata)
(non contato) (ambiguo l'uso del nome "Ginevre" non esistente per alcuna nazionalità, in luogo di quello corretto celtico/britannico "Guinevere", francese "Guenièvre", francese del Quebec "Genève", italiano "Ginevra", inglese "Gwenevere", nemmeno rilevato quale ipocoristico del nome)
(non contato) (circonlocuzione estremamente contorta)

- Ortografia (errori evidenziati in numero)
2
(refuso per "perchè" in luogo di "perché")
1 (refuso per "prosegui" in luogo di "proseguì")
1 (refuso per "delle tua Africa" in luogo di "della tua Africa")
2 (errore ortografico per "E' " in luogo di "È")
1 (refuso per "capìì " in luogo di "capii")
1 (refuso per "fin a" in luogo di "fino a")
1 (refuso per "cap " in luogo di "capii")
1 (refuso per "usci" in luogo di "uscì")
2 (refuso per "ne" in luogo di "né")
1 (refuso per "via vulnerabilità" in luogo di "mia vulnerabilità")
1 (refuso per "thè" in luogo del corretto francese "thé", inglese "tea", italiano "tè")
1 (refuso per "O" in luogo di "Oh")
1 (refuso per "accumunarsi" in luogo di "accomunarsi")
1 (refuso per "che forse sordomuto" in luogo di "che fosse sordomuto")
1 (refuso per "La difficoltà" in luogo di "Le difficoltà")
1 (refuso per "Jean-Babtiste" in luogo di "Jean-Baptiste")
1 (refuso per "Gia' " in luogo di "Già")
1 (refuso per "intesi" in luogo di "intensi")
1 (refuso per "the" in luogo del corretto francese "thé", inglese "tea", italiano "tè")
1 (refuso per "se" in luogo di "sé")
1 (refuso per "quelle sua" in luogo di "quella sua")
1 (refuso per "bacello" in luogo di "baccello")

- Punteggiatura
(rilevante perdita di virgole del vocativo)
(uso sconsiderato delle virgole a delimitazione di parti di testo troppo brevi in una definitiva frammentazione dello stesso)
(manca la punteggiatura a chiusura di ogni discorso diretto che non si concluda con una domanda)
(uso scorretto della punteggiatura a indicazione di pause nel parlato non giustificabili quando modificano la struttura sintattica di un testo: a fronte di errori grammaticali tanto rilevanti, sarebbe bene ometterla piuttosto che cadere in errori tanto penalizzanti)
(scorretto uso dei punti di domanda a conclusione di esclamative)
79 (uso del segno meno, in luogo del trattino lungo alto corretto a delimitazione del discorso diretto)

ATTENZIONE! POTREBBERO ESSERE PRESENTI SPOILER!
Chi non avesse letto la storia oggetto di tale valutazione sia consapevole che proseguendo nella lettura di seguito riportata potrebbe incappare in anticipazioni di trama.

2) LINEARITÀ DEL TESTO 26/30
Per ogni gruppo, verrà assegnato un punteggio in decimi, spiegato all'interno della valutazione. La somma del punteggio di ogni gruppo corrisponderà al voto finale per questo parametro.

- Coerenza interna 9/10
Il problema maggiore riguardante la coerenza interna è il diretto derivato di un errore a monte, segnalato per altro nel parametro grammatica. Il POV appartiene alla protagonista, la quale è voce narrante dell'intera sua vicenda, degli struggimenti personali, dei moti dell'animo cui è afflitta. D'un tratto la narrazione si perde, in favore di un accavallamento brusco del pensiero della protagonista stessa. Tale artifizio inconsapevole, poiché ingestito (pertanto spero fortemente non voluto), non fa che rendere confusivo l'intero concetto spiegato.
Alla luce dell'intera progressione di trama, a parte tale scivolone, non posso che constatare una coerenza di base (non riferita alla espressione psicologica dei personaggi, ma al mero accadimento dei fatti) più che solida. Gli accadimenti sono cronologicamente raccontati, riproduzione a parte di un flashback verosimile nel quale la protagonista si tuffa per produzione onirica.

- Capacità espressiva 8/10
L'autore ha molto ben delineato le emozioni primarie. L'uso di termini adatti alla visualizzazione dei moti emotivi permette al lettore di acquisire facilmente il punto di vista della protagonista, immedesimandosi presto in essa e iniziando a guardare con i suoi occhi.
La storia è ai suoi inizi, non sono ancora pertanto definiti tutti i personaggi a contorno. La stessa Ginevre è stata descritta solo superficialmente, sebbene da un punto di vista strettamente psicologico appaia ambiguamente descritta.

- Definizione dello stile 9/10Lo stile è estremamente peculiare. C'è una forte tendenza alla originalità e alla ricerca della stessa. Di fatto, un exploit simile non l'avevo mai incontrato in vita mia. Coerente con ciò che ci è stato presentato dell'opera.

3) CONTENUTO 18/25Cercherò di assegnare un punteggio quantomai coerente con uno dei quattro gruppi sopraccitati. Una volta assegnato un gruppo (Scarso, Sufficiente, Buono, Eccellente), segnalerò le motivazioni per attribuire un punteggio piuttosto che un altro all'interno del range di riferimento. Il numero che verrà fuori sarà il risultato di un'analisi, per quanto possibile, oggettiva. 

- Buono
Il contenuto è buono, pecca di ambientazione, ma cotrobilancia tale mancanza accogliendo descrizioni emotive estremamente forti e suggestive, impegnando il lettore in una visualizzazione vivida di ogni accadimento. Alcuni punti appaiono fumosi a causa di problematiche non legate al contenuto, in compenso fin dal principio viene espressa la chiara volontà di raccontare un impeto talmente potente da oscurare ogni altro fatto occorso.
Ambientazione
I primi cinque capitoli sono privi di ambientazione tout court. Brevi accenni, pochissimi dettagli, il necessario per tentare di dare una rappresentazione vaga dei luoghi vissuti.
Soltanto successivamente (capitoli al di fuori di tale valutazione) l'autore si apre a una più completa descrizione della città di Lucerna, dell'appartamento di Ginevre... dei locali, delle strade, delle luci a contorno di ogni cosa.
Descrizione personaggi
Fisicamente i personaggi non trovano una collocazione specifica, per quanto sia stata ben delineata la figura di Mama (a richiamare il cliché estremamente forte della governante di colore sempre accogliente e pronta a risolvere ogni problematica) e successivamente quella di Ginevre. Quest'ultima è una donna che apprendiamo avere un regime alimentare "austero e privo d'ogni sorta di concessione al puro e insano soddisfacimento forte del palato". Ella ha un fisico tonico, "un seno dalla cosiddetta forma a coppa di champagne [...] giusto tondeggiante nella parte alta" e"il lato b [...] sodo, rotondo, alto dalla forma più propria di una pesca". Connotazioni dalle quali e possibile estrapolare uno stile di vita votato al rispetto, alla dedizione – che sia essa immessa nel proprio lavoro o nel proprio corpo. Attraverso tali connotazioni autoriferite si è colta prepotente la mano maschile.
Emotività
Come già precedentemente evidenziato, l'autore ha chiamato in causa dinamiche sensoriali ed emotive molto forti, creando una prima parte di storia coerente con il senso globale che le si è voluto dare. A partire dalla seconda metà del testo accade che, a causa di un'ambiguità psicologica di fondo, il lettore possa dissociarsi dalla immedesimazione scattata precedentemente, riscontrando evidenti discrepanze dalla figura che ha conosciuto con queslla vissuta.
Narrazione e azioneLa narrazione è estremamente lenta. Le azioni sono perlopiù relegate ai pensieri. Virtuosismi mentali che possiedono il fine intrinseco di dare informazioni al lettore più sull'emotività che sui fatti. A partire dal capitolo sesto avviene una precipitazione non solo degli eventi ma anche dell'emotività, della psicologia, in una costruzione di trama completamente diversa e intrinsecamente opposta rispetto a quella cui eravamo stato abituati.

4) COMMENTO PERSONALE 6/20 

Il mio voto è un 3.
Partiamo da un presupposto fondamentale e che mai, approcciandosi a una mia valutazione, bisogna perdere di vista: questo non è il mio lavoro. Nella vita mi occupo di altro, e di fatto il Cafè non è che un passatempo utile a me per prima, aiutandomi ad affinare l'occhio critico, quindi utile alle persone che scelgono di lasciarsi intervistare da me, condividendosi in modo onesto e lasciando che la parte più profonda del proprio essere si esprima attraverso le risposte ad alcune domande da me preimpostate.
Io non faccio altro che vedere ciò che gli autori mi mostrano. Posso comprendere quanto un autore sia ordinato nei pensieri, quanto tenda alla confusione, quanto ami infilarsi nei meandri di una psiche complessa, quanto sia meglio predisposto a raccontare di gioie delicate e sapori esotici. Dalle opere posso estrapolare qualcosa della personalità dell'autore stesso. Posso evidenziare una cura maniacale per i dettagli e dedurne un animo rispettoso; posso rilevare dalla semplicità con cui ha espresso concetti crudi e veraci una forte tendenza alla autenticità e alla sincerità di quella personalità.
Eppure ciò che esprimo tra queste pagine è una visione assolutamente distorta della realtà: un essere umano non è solo l'opera che ha scritto o solo alcune risposte che ha condiviso. Una persona è tanto altro: è la somma delle proprie scelte, dei propri comportamenti, dei propri modi di porsi, di ciò che dà e riceve, del suo bagaglio esperienziale, del vissuto esperienziale agito e subito, della propria base culturale.
E potrei elencare almeno un altro centinaio di parametri a definizione di ciò che è un essere umano, ma non è affatto questa la sede in cui discuterne.
Ciò che mi preme arrivi vero è che il mio commento personale è valutativo solo del minimo estratto di una sola opera letta di quella determinata persona. E per quanto mi piaccia tentare di indovinarne l'io interiore più sincero, non sono in grado di dare definizione di chiunque provi a pararmisi davanti.
Ciò che faccio è condividere la personalissima sensazione che è nata successivamente alla lettura dell'opera valutata.
Questa premessa è d'obbligo, vista l'opera giunta a mie mani (in senso lato, naturalmente).
Cosa ho letto nell'opera appena valutata? Cosa ho capito, cosa mi è arrivato, quanto ho inteso del messaggio che LoSpettro ha voluto comunicare?
Ho letto un iniziale struggimento. Un intenso, poetico, potente struggimento.
Ho letto una donna forte, per quanto subordinata all'uomo che ne ha plasmato le carni, consapevole dei propri mezzi e dei propri talenti, eppure sofferente. L'uomo, che fino a qualche tempo prima ne aveva modellato l'animo, si è tolto la vita, lasciandola sola, spezzata, frammentata, persa in una esasperata ricerca dei significati più reconditi della di lui stessa personalità.
Questa donna vive il proprio lutto costringendosi a sessioni lavorative estenuanti, nel tentativo di dare un senso a tale sofferenza attraverso la creatività che le è così amica.
D'un tratto avviene il crollo emotivo. Quella che appare come una rievocazione, si trasforma successivamente in una produzione onirica traumatizzante o, almeno, apparentemente tale dal punto di vista di Ginevre. La quale Ginevre necessita di supporto emotivo, ruolo perfettamente incarnato dalla dolce Kathleen, segretaria e amica della protagonista.
D'improvviso l'autore commuta il senso fino a questo momento dato alla propria opera trasformandola in un incomprensibile e quanto mai inatteso – nonché fine a se stesso – atto sessuale tra le due. Atto che appare insoddisfacente alla stessa protagonista, la quale lucidamente sceglie di smettere di bere per poter vivere appieno l'esperienza in divenire. Protagonista che d'un tratto, dopo aver consumato con frenesia il proprio piacere e quello dell'altra, addirittura supplica quest'ultima di chiamare una terza figura a riempire il vuoto: vuoto generato dall'evidente mancanza di un "uccello che ci sbatta".
Non sono mai stata contraria all'incontro tra due anime affini, siano esse vicine mentalmente o fisicamente, appartengano al medesimo sesso o meno; ammetto però di avere provato profonda costernazione leggendo questo testo.
Queste due donne – che seguitano a cospargersi il corpo del profumo di un uomo morto – hanno intrinsecamente, e nel mio personalissimo nonché inutile parere, qualcosa di insano.
È altresì un uomo a descrivere in modo tanto magistrale l'atto erotico tra le due donne, un uomo che probabilmente non si è reso conto di avere sublimato il proprio irrispetto verso le sue proprie creature, le donne raccontate in questa storia, in un rapporto sessuale inappagante e degradante sotto il punto di vista della dignità delle stesse.
Diversamente da quanto letto altrove e in diversi modi, ho trovato quantomai squallida una tale definizione di figura femminile.
E non si tratta della scelta di vivere la propria sessualità attraverso la libertà di espressione della stessa, che si tratti di cercare uno o più partner sessuali o utilizzare dinamiche differenti dai soliti canoni: no.
Ciò che ho trovato oltremodo nauseante è stata la scelta di degradare moralmente le due donne attraverso un atto sessuale fine a se stesso e inconcludente, perché tra loro mancava ancora una figura di riferimento: un pene.
Scegliere di mostrare talenti, potere, denaro, posizioni, costrutti mentali votati al sacrificio hanno reso Ginevre consapevole, fiera, unica. La stessa donna descritta diventa niente non appena ella stessa, dimentica del proprio valore, ammette di non essere nulla senza un fallo. Non si può godere senza.
Tale innaturale e oltraggiosa sottomissione della figura femminile ha dato il colpo di grazia a un parere, il mio, che si era potuto delineare solo sulla base del talento dell'autore e della cura per il suo testo.
Non mi resta che augurargli tutto il meglio, sperando possa comprendere che siffatta personalissima valutazione data alla sua opera non è assolutamente un giudizio espresso sulla persona, ma la naturale formulazione di una opinione a seguito di una lettura simile.

Nessun commento:

Posta un commento