E così tu saresti un visionario.
E io sono curiosa e non ho limiti di apprendimento, perciò accomodiamoci e diamo un senso a questa stanza!
Se sei pronto, ho dieci domande per te.
E io sono curiosa e non ho limiti di apprendimento, perciò accomodiamoci e diamo un senso a questa stanza!
Se sei pronto, ho dieci domande per te.
1) Questa è la
stanza di coloro che hanno qualcosa in più da condividere rispetto a
tutti gli altri; di coloro che, sapendolo, hanno il dovere di
divulgarlo. Perciò dimmi, quanto sei adatto alla View Room?
Cosa, di questa stanza, ha catturato la tua particolare essenza? E per
quale motivo proprio tu ne saresti il naturale completamento?
In questo momento, più
di quanto lo fosse all'atto dell'iscrizione alla stanza, mi calza a
meraviglia questa View Room. Non ricordo perchè la scelsi. Probabilmente
per un semplice gioco di esclusioni, ma in ogni caso mi ci vedo
parecchio nella sua descrizione. Dicevo appunto, in questo momento,
perchè ora come ora, lasciata da parte ogni velleità poetica, il mio
interesse è rivolto ad ampliare la mia conoscenza sulla critica
letteraria e dimostrarlo. Credo di essermi ritagliato un piccolo spazio,
giudicando testi narrativi e poetici, ed ora mi diletto, quando il
tempo lo permette, a dilungarmi, senza essere chiamato, su romanzi ed
opere poetiche, sciorinando considerazioni senza " l'odiosa necessità
impellente ". Mi considero una voce libera, avversa al commento rifilato
come contentino o, che cerca di farsi buono l'autore/autrice per
ricevere medesime attenzioni in cambio. Non ho mai pensato di essere il
completamento della camera, però quel passaggio "... il visionario sa di
vedere qualcosa che agli altri è negato" mi attira parecchio. Associo
la capacità visionaria più che altro alla poesia, la vera mia passione
letterale, fin da giovane. Sento e credo, sono molto presuntuoso, di
avere capacità cognitive e di invenzione profonde, di avere imparato dai
classici, idee, evocazioni, eccellenze e spesso riesco a riportare su
carta questa mia capacità sotto forma appunto di poesia. Al momento, ho
tolto le mie 4 ampie raccolte poetiche. Mi piace analizzare, addentrarmi
anche in profonde considerazioni, anche filosofiche, e sto passando ora
come ora in una fase in cui affianco il mio pensiero ad espressioni
nichilistiche.
2) A
dimostrazione di ciò che ritieni essere, abbi il coraggio di delineare i
tratti di una tua debolezza. Attenzione: non chiedo mi si decantino
pregi mascherati subdolamente da difetti. Richiedo autentico coraggio,
sincerità: che si riveli un punto debole, qualcosa che è ostentatamente
la penosa rappresentazione di se stessi. Qualcosa da cui tu stesso non
potrai difenderti.
Sono perennemente
discordante, mai coerente, ma questo non penso sia una debolezza
dell'individuo, anzi. Vedo come l'incoerenza, la prima forma di
accettazione dei limiti della propria mente. L'uomo che tende a non
essere statico, che cambia, che confuta e sposa parecchie idee,
espressioni, apparendo per l'appunto incoerente, è il primo ad accettare
l'enormità della condizione umana e dell'infinita potenza della mente.
Ma forse mi crogiolo troppo su questo difetto, sarò caduto nell'errore
di citare un pregio mascherato? Allora sicuramente un tratto della mia
persona che ha i contorni di una debolezza a tutti gli effetti e che mi
sono accorto, proprio su wattpad, essere maledettamente incrollabile ed
eterea, è l'invidia. Ultimamente però, più che a rigirarmi in
continuazione la bile nello stomaco, cerco di vedere con altre
angolature gli effetti, anche collaterali che tale debolezza produce.
3) Qual è il
genere letterario non ancora creato? Credi di essere in grado di
strutturarne uno, all'avanguardia a tal punto da divenire precursore di
uno stile tutto nuovo? Sai darmene dimostrazione? Lo spazio è tuo, hai
carta bianca...
Il genere letterario
non ancora creato mi vien difficile da pensarlo. Mi vien da dire,
apparendo un essere talmente presuntuoso da divenire a volte anche
borioso, è quello che sto per fare. Ma più che genere, direi, "azione
letterale". Partendo da Tucidide e dalla sua affermazione "La storia si
ripete", è facile constatare come protagonisti e fatti paiono perdersi
nella folla degli antenati, anzi, addirittura ancor prima, senza andar
più dietro del secolo scorso. Sarai d'accordo con me constatare che
nuovamente, come fu, per quell'età a me tanto cara e ammirata, cioè la
metà dell'ottocento, oggigiorno viviamo ancora un senso di decadenza
sociale, di crisi di valori, Cambiano gli antagonisti. Se allora si
fronteggiava positivismo e razionalità, oggi abbiamo a che fare con
falso progresso, materialismo, individualismo, edonismo. Ma in fondo gli
scenari e gli attori sono sempre gli stessi. Cambiano costume, ma sono
sempre gli stessi. E allora perchè non cercare di ricreare un movimento
letterale pari a quello che riuscì a portare alla ribalta un Rimbaud, un
Mallarme, un Baudelaire. Nel mio piccolo, ovviamente s'intende,
sperando che questo tanto piccolo possa ridimensionarsi strada facendo.
Detto così sembra un nulla di nuovo, ma il discorso è lungo e complesso,
diviene difficile esplicarlo nella sua totalità con poche parole.
Meglio fermarsi.
4) Esiste un
personaggio all'interno della tua opera che non è stato capito
esattamente come vorresti? Se sì, tale sua peculiarità è voluta?
Nella mia storia certo
che esiste un personaggio che sicuramente verrà visto come un "non
equivalente di noi stessi", mancante di un significato esistenziale che
non si riesce a capire e condividere. E' la protagonista di
Irrevérsible, Ginevre, ragazza che appare fin da subito, dal prologo
della storia, come provata dal suicidio dell'amato compagno, ma che poi
in verità, si abbandona in effusioni sessuali e voglie lussuriose
assieme alla collega/amica. Verrà inteso come un personaggio
incongruente ed io verrò bollato come un autore incapace di realizzare
una operazione cognitiva complessa. E' una verità! Ora come ora lo è
pienamente! Come peraltro ritengo vero anche il fatto che, scrivere un
romanzo complesso e corposo, sia un processo che certamente non può
svolgersi come se si stesse trasmettendo una soap opera. Il primo
scritto rimane una bozza, improvvisata e tentata. La vera storia, le
varie sfaccettature, la reale trama col suo complesso intreccio
narrativo, colliderà con una realtà cognitiva soltanto alla fine della
fase di revisione totale, momento che un buon scrittore deve sempre
considerare ed includere nel suo lavoro. Quel che posso dire e credo
ciecamente di affermare
5) "Non ho bisogno di imparare dai miei passi, perché..." (superiorità, boria)
"Non ho intenzione di imparare dai miei passi, perché..." (orgoglio, saccenteria)
"Non imparo dai miei passi, perché..." (sincerità, onestà)
Sapresti indicarmi tra i precedenti costrutti la miglior rappresentazione del tuo essere? Quella che maggiormente potrebbe delinearne i contorni. E ti prego, concludine il pensiero.
"Non ho intenzione di imparare dai miei passi, perché..." (orgoglio, saccenteria)
"Non imparo dai miei passi, perché..." (sincerità, onestà)
Sapresti indicarmi tra i precedenti costrutti la miglior rappresentazione del tuo essere? Quella che maggiormente potrebbe delinearne i contorni. E ti prego, concludine il pensiero.
Tra i costrutti
presentati, in verità, non vedo una rappresentazione del mio essere. Mi
ritengo di imparare molto dai miei passi, e quindi dai miei sbagli. Ma
se sono obbligato a stare al gioco, opterei per la prima scelta, quella
dettata da un moto di superiorità e boria. Perche? Ma è semplice,
"perchè io non soffro di mania di superiortà, sono superiore e basta
(cit. Vittorio Sgarbi - che ammiro solo come critico d'arte - e
ironicamente cito).
6) Mostrami
ciò che non sono in grado di vedere. Qualcosa che di te agli stolti, ma
anche ai più preparati, comunque sfugge anche dopo un'analisi
approfondita.
Sono un personaggio che
mi ritaglio un carattere particolare. Scontroso sì e parecchio orso
anche dal vivo. Mi elevo alla massima potenza qui su wattpad. Ma in
verità, nella realtà sono un uomo, padre di tre bellissimi bambini
Alice, Angelica e Alessandro - che altezzoso, ha dato a loro tutti nomi
che iniziano con la prima lettera dell'alfabeto?!? - rispettivamente di
9, 4 e 1 anno. Sono comprensivo, paziente, sempre pronto al gioco e
molto sorridente. Ma in questa veste non mi avrete mai!!!
7) Chi o cosa è stato per te maestro di vita? La base su cui si fonda la tua personalità artistica.
Non ritengo di aver
avuto maestri di vita. Mi ha affascinato parecchio il mio professore di
italiano, cui sarò sempre riconoscente per avermi rifilato in un tema un
bel 10. Piuttosto mi reputo un self-made man, un uomo cresciuto dal
basso e arrivato dove tutt'ora è arrivato. Ho alle spalle la morte di
mio padre, suicida quando avevo l'età di 21 anni. Ho improvvisamente e
drammaticamente perso una bussola orientativa in una fase delicatissima
della mia vita. Ma sono riuscito a rimanere in piedi, grazie anche a una
mamma forte e determinata. Dal punto di vista artistico, sono molto
legato e affascinato dalla persona di Charles Baudelaire e da tutto
quello che ci ha lasciato. Ovviamente nel campo della poesia, come ho
già avuto modo di dire, mia vera e propria croce e delizia.
8) Sei in
grado di attrarre i tuoi lettori decantando le qualità della tua opera
utilizzando però citazioni altrui? Sai vedere attraverso gli occhi degli
altri?
Sula mia opera, la decanto, riportando una delle miglior citazioni altrui avute:
"Questa storia, per
quanto incompleta, è come guardare una città di notte da un vetro
smerigliato, ricoperto di pioggia. E' affascinante, intrigante,
possiede la forza dell'astratto e la consistenza materica dei dettagli
più raffinati. I capitoli sono piccoli antipasti di alta cucina,
meravigliosi nella forma e nei colori, stuzzicano lo stomaco e ti fanno
venir ancora più fame. Complimenti. In genere non tollero i personaggi
femminili ed invero sono molto più affascinata da Gustav che dalla
protagonista. Interessante la scelta di Ginevra (in verità Lucerna, qui
ha compiuto un errore freudiano, ndr) sembra, da come la descrivi, che
tu la conosca veramente. E' una città incredibilmente seducente. E poi
Mama, non so se il riferimento fosse voluto, ma mi ha portato alla
mente il capolavoro di Victor Fleming." (il regista di "Via col
vento",ndr)
9) Partendo
dal presupposto che in questa stanza scelgano di accomodarsi tutti
coloro che, incompresi e ostacolati, abbiano perseverato nelle scelte a
monte fatte poiché convinti di essere nel giusto, sapresti indicarmi
quale spinta ti abbia mosso verso la scrittura e perché tale arte
rispecchi meglio il tuo carattere? Avresti raggiunto i medesimi
risultati se avessi avuto a disposizione null'altro che muto assenso?
Credo che ciò che mi ha
spinto verso la scrittura è stato il mio carattere, timido, riservato e
sufficientemente isolato. Ma essa non rispecchia a dir il vero il mio
carattere, semmai è la giusta completezza. Ma c'è un'altra verità, ancor
più profonda che accennerò senza dilungarmi eccessivamente, non vorrei
far di questa intervista un piagnisteo. Soffro di una malattia, rara e
degenerativa. Mi sta portando via sempre di più l'udito. La scrittura
per me è un'espressione di completezza. Sono soggetto a sbalzi d'umore
(forse qualcuno l'avrà capito su wattpad), nel mio stomaco 9 mesi su 12
si accumulano farmaci e sostanze anche abbastanza invasive. Soffro di
vertigini. Anche improvvise. Insomma, non sono proprio il massimo come
modello di persona, ma ci tengo ad apparire tale. La scrittura me lo fa
permettere. Per me è tanto.
10) Sei
entrato in un cerchio autoriferito e periglioso. Hai scelto
probabilmente di metterti a nudo onestamente, forse di mentire: non è
mio interesse scoprirlo. Questa è la tua ultima domanda, sfruttala nel
modo che maggiormente rispecchi l'autenticità del tuo talento.
Hai incontrato qualcuno in grado di gareggiare quale tuo pari al gioco della vita, ma tu credi di potergli dimostrare l'invitta superiorità che possiedi. Dimostralo anche a me, attraverso un gioco di scrittura che ti identifichi personalmente.
Hai incontrato qualcuno in grado di gareggiare quale tuo pari al gioco della vita, ma tu credi di potergli dimostrare l'invitta superiorità che possiedi. Dimostralo anche a me, attraverso un gioco di scrittura che ti identifichi personalmente.
Sull'ultima domanda
rispondo semplicemente con una negazione. No. Non ho trovato nessuno con
cui poter gareggiare al gioco della vita, nè mostrarmi a lui/lei
superiore. Trovai una Musa tempo fa, come ogni poeta che si rispetti.
Scrissi delle meravigliose poesie. Le sarò sempre grato. Anche se ora ci
siamo amabilmente mandati a vicenda a fare in culo!
Grazie infinite per il tuo tempo LoSpettro, è stato illuminante.
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