lunedì 12 marzo 2018

[Intervista] LoSpettro

E così tu saresti un visionario.
E io sono curiosa e non ho limiti di apprendimento, perciò accomodiamoci e diamo un senso a questa stanza!
Se sei pronto, ho dieci domande per te.
 
1) Questa è la stanza di coloro che hanno qualcosa in più da condividere rispetto a tutti gli altri; di coloro che, sapendolo, hanno il dovere di divulgarlo. Perciò dimmi, quanto sei adatto alla View Room? Cosa, di questa stanza, ha catturato la tua particolare essenza? E per quale motivo proprio tu ne saresti il naturale completamento?

In questo momento, più di quanto lo fosse all'atto dell'iscrizione alla stanza, mi calza a meraviglia questa View Room. Non ricordo perchè la scelsi. Probabilmente per un semplice gioco di esclusioni, ma in ogni caso mi ci vedo parecchio nella sua descrizione. Dicevo appunto, in questo momento, perchè ora come ora, lasciata da parte ogni velleità poetica, il mio interesse è rivolto ad ampliare la mia conoscenza sulla critica letteraria e dimostrarlo. Credo di essermi ritagliato un piccolo spazio, giudicando testi narrativi e poetici, ed ora mi diletto, quando il tempo lo permette, a dilungarmi, senza essere chiamato, su romanzi ed opere poetiche, sciorinando considerazioni senza " l'odiosa necessità impellente ". Mi considero una voce libera, avversa al commento rifilato come contentino o, che cerca di farsi buono l'autore/autrice per ricevere medesime attenzioni in cambio. Non ho mai pensato di essere il completamento della camera, però quel passaggio "... il visionario sa di vedere qualcosa che agli altri è negato" mi attira parecchio. Associo la capacità visionaria più che altro alla poesia, la vera mia passione letterale, fin da giovane. Sento e credo, sono molto presuntuoso, di avere capacità cognitive e di invenzione profonde, di avere imparato dai classici, idee, evocazioni, eccellenze e spesso riesco a riportare su carta questa mia capacità sotto forma appunto di poesia. Al momento, ho tolto le mie 4 ampie raccolte poetiche. Mi piace analizzare, addentrarmi anche in profonde considerazioni, anche filosofiche, e sto passando ora come ora in una fase in cui affianco il mio pensiero ad espressioni nichilistiche.

2) A dimostrazione di ciò che ritieni essere, abbi il coraggio di delineare i tratti di una tua debolezza. Attenzione: non chiedo mi si decantino pregi mascherati subdolamente da difetti. Richiedo autentico coraggio, sincerità: che si riveli un punto debole, qualcosa che è ostentatamente la penosa rappresentazione di se stessi. Qualcosa da cui tu stesso non potrai difenderti. 
 
Sono perennemente discordante, mai coerente, ma questo non penso sia una debolezza dell'individuo, anzi. Vedo come l'incoerenza, la prima forma di accettazione dei limiti della propria mente. L'uomo che tende a non essere statico, che cambia, che confuta e sposa parecchie idee, espressioni, apparendo per l'appunto incoerente, è il primo ad accettare l'enormità della condizione umana e dell'infinita potenza della mente. Ma forse mi crogiolo troppo su questo difetto, sarò caduto nell'errore di citare un pregio mascherato? Allora sicuramente un tratto della mia persona che ha i contorni di una debolezza a tutti gli effetti e che mi sono accorto, proprio su wattpad, essere maledettamente incrollabile ed eterea, è l'invidia. Ultimamente però, più che a rigirarmi in continuazione la bile nello stomaco, cerco di vedere con altre angolature gli effetti, anche collaterali che tale debolezza produce.

3) Qual è il genere letterario non ancora creato? Credi di essere in grado di strutturarne uno, all'avanguardia a tal punto da divenire precursore di uno stile tutto nuovo? Sai darmene dimostrazione? Lo spazio è tuo, hai carta bianca...

Il genere letterario non ancora creato mi vien difficile da pensarlo. Mi vien da dire, apparendo un essere talmente presuntuoso da divenire a volte anche borioso, è quello che sto per fare. Ma più che genere, direi, "azione letterale". Partendo da Tucidide e dalla sua affermazione "La storia si ripete", è facile constatare come protagonisti e fatti paiono perdersi nella folla degli antenati, anzi, addirittura ancor prima, senza andar più dietro del secolo scorso. Sarai d'accordo con me constatare che nuovamente, come fu, per quell'età a me tanto cara e ammirata, cioè la metà dell'ottocento, oggigiorno viviamo ancora un senso di decadenza sociale, di crisi di valori, Cambiano gli antagonisti. Se allora si fronteggiava positivismo e razionalità, oggi abbiamo a che fare con falso progresso, materialismo, individualismo, edonismo. Ma in fondo gli scenari e gli attori sono sempre gli stessi. Cambiano costume, ma sono sempre gli stessi. E allora perchè non cercare di ricreare un movimento letterale pari a quello che riuscì a portare alla ribalta un Rimbaud, un Mallarme, un Baudelaire. Nel mio piccolo, ovviamente s'intende, sperando che questo tanto piccolo possa ridimensionarsi strada facendo. Detto così sembra un nulla di nuovo, ma il discorso è lungo e complesso, diviene difficile esplicarlo nella sua totalità con poche parole. Meglio fermarsi.

4) Esiste un personaggio all'interno della tua opera che non è stato capito esattamente come vorresti? Se sì, tale sua peculiarità è voluta?

Nella mia storia certo che esiste un personaggio che sicuramente verrà visto come un "non equivalente di noi stessi", mancante di un significato esistenziale che non si riesce a capire e condividere. E' la protagonista di Irrevérsible, Ginevre, ragazza che appare fin da subito, dal prologo della storia, come provata dal suicidio dell'amato compagno, ma che poi in verità, si abbandona in effusioni sessuali e voglie lussuriose assieme alla collega/amica. Verrà inteso come un personaggio incongruente ed io verrò bollato come un autore incapace di realizzare una operazione cognitiva complessa. E' una verità! Ora come ora lo è pienamente! Come peraltro ritengo vero anche il fatto che, scrivere un romanzo complesso e corposo, sia un processo che certamente non può svolgersi come se si stesse trasmettendo una soap opera. Il primo scritto rimane una bozza, improvvisata e tentata. La vera storia, le varie sfaccettature, la reale trama col suo complesso intreccio narrativo, colliderà con una realtà cognitiva soltanto alla fine della fase di revisione totale, momento che un buon scrittore deve sempre considerare ed includere nel suo lavoro. Quel che posso dire e credo ciecamente di affermare

5) "Non ho bisogno di imparare dai miei passi, perché..." (superiorità, boria)
"Non ho intenzione di imparare dai miei passi, perché..." (orgoglio, saccenteria)
"Non imparo dai miei passi, perché..."  (sincerità, onestà)
Sapresti indicarmi tra i precedenti costrutti la miglior rappresentazione del tuo essere? Quella che maggiormente potrebbe delinearne i contorni. E ti prego, concludine il pensiero.

Tra i costrutti presentati, in verità, non vedo una rappresentazione del mio essere. Mi ritengo di imparare molto dai miei passi, e quindi dai miei sbagli. Ma se sono obbligato a stare al gioco, opterei per la prima scelta, quella dettata da un moto di superiorità e boria. Perche? Ma è semplice, "perchè io non soffro di mania di superiortà, sono superiore e basta (cit. Vittorio Sgarbi - che ammiro solo come critico d'arte - e ironicamente cito).

6) Mostrami ciò che non sono in grado di vedere. Qualcosa che di te agli stolti, ma anche ai più preparati, comunque sfugge anche dopo un'analisi approfondita. 
 
Sono un personaggio che mi ritaglio un carattere particolare. Scontroso sì e parecchio orso anche dal vivo. Mi elevo alla massima potenza qui su wattpad. Ma in verità, nella realtà sono un uomo, padre di tre bellissimi bambini Alice, Angelica e Alessandro - che altezzoso, ha dato a loro tutti nomi che iniziano con la prima lettera dell'alfabeto?!? - rispettivamente di 9, 4 e 1 anno. Sono comprensivo, paziente, sempre pronto al gioco e molto sorridente. Ma in questa veste non mi avrete mai!!!

7) Chi o cosa è stato per te maestro di vita? La base su cui si fonda la tua personalità artistica.

Non ritengo di aver avuto maestri di vita. Mi ha affascinato parecchio il mio professore di italiano, cui sarò sempre riconoscente per avermi rifilato in un tema un bel 10. Piuttosto mi reputo un self-made man, un uomo cresciuto dal basso e arrivato dove tutt'ora è arrivato. Ho alle spalle la morte di mio padre, suicida quando avevo l'età di 21 anni. Ho improvvisamente e drammaticamente perso una bussola orientativa in una fase delicatissima della mia vita. Ma sono riuscito a rimanere in piedi, grazie anche a una mamma forte e determinata. Dal punto di vista artistico, sono molto legato e affascinato dalla persona di Charles Baudelaire e da tutto quello che ci ha lasciato. Ovviamente nel campo della poesia, come ho già avuto modo di dire, mia vera e propria croce e delizia.

8) Sei in grado di attrarre i tuoi lettori decantando le qualità della tua opera utilizzando però citazioni altrui? Sai vedere attraverso gli occhi degli altri? 
 
Sula mia opera, la decanto, riportando una delle miglior citazioni altrui avute:
"Questa storia, per quanto incompleta, è come guardare una città di notte da un vetro smerigliato, ricoperto di pioggia. E' affascinante, intrigante, possiede la forza dell'astratto e la consistenza materica dei dettagli più raffinati. I capitoli sono piccoli antipasti di alta cucina, meravigliosi nella forma e nei colori, stuzzicano lo stomaco e ti fanno venir ancora più fame. Complimenti. In genere non tollero i personaggi femminili ed invero sono molto più affascinata da Gustav che dalla protagonista. Interessante la scelta di Ginevra (in verità Lucerna, qui ha compiuto un errore freudiano, ndr) sembra, da come la descrivi, che tu la conosca veramente. E' una città incredibilmente seducente. E poi Mama, non so se il riferimento fosse voluto, ma mi ha portato alla mente il capolavoro di Victor Fleming." (il regista di "Via col vento",ndr)

9) Partendo dal presupposto che in questa stanza scelgano di accomodarsi tutti coloro che, incompresi e ostacolati, abbiano perseverato nelle scelte a monte fatte poiché convinti di essere nel giusto, sapresti indicarmi quale spinta ti abbia mosso verso la scrittura e perché tale arte rispecchi meglio il tuo carattere? Avresti raggiunto i medesimi risultati se avessi avuto a disposizione null'altro che muto assenso?

Credo che ciò che mi ha spinto verso la scrittura è stato il mio carattere, timido, riservato e sufficientemente isolato. Ma essa non rispecchia a dir il vero il mio carattere, semmai è la giusta completezza. Ma c'è un'altra verità, ancor più profonda che accennerò senza dilungarmi eccessivamente, non vorrei far di questa intervista un piagnisteo. Soffro di una malattia, rara e degenerativa. Mi sta portando via sempre di più l'udito. La scrittura per me è un'espressione di completezza. Sono soggetto a sbalzi d'umore (forse qualcuno l'avrà capito su wattpad), nel mio stomaco 9 mesi su 12 si accumulano farmaci e sostanze anche abbastanza invasive. Soffro di vertigini. Anche improvvise. Insomma, non sono proprio il massimo come modello di persona, ma ci tengo ad apparire tale. La scrittura me lo fa permettere. Per me è tanto.

10) Sei entrato in un cerchio autoriferito e periglioso. Hai scelto probabilmente di metterti a nudo onestamente, forse di mentire: non è mio interesse scoprirlo. Questa è la tua ultima domanda, sfruttala nel modo che maggiormente rispecchi l'autenticità del tuo talento.
Hai incontrato qualcuno in grado di gareggiare quale tuo pari al gioco della vita, ma tu credi di potergli dimostrare l'invitta superiorità che possiedi. Dimostralo anche a me, attraverso un gioco di scrittura che ti identifichi personalmente.

Sull'ultima domanda rispondo semplicemente con una negazione. No. Non ho trovato nessuno con cui poter gareggiare al gioco della vita, nè mostrarmi a lui/lei superiore. Trovai una Musa tempo fa, come ogni poeta che si rispetti. Scrissi delle meravigliose poesie. Le sarò sempre grato. Anche se ora ci siamo amabilmente mandati a vicenda a fare in culo! 

Grazie infinite per il tuo tempo LoSpettro, è stato illuminante.

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