lunedì 29 gennaio 2018

[Valutazione] L'educazione perversa - Vesper_Rain


Nome dell'opera: L'educazione perversa
Autore: Vesper_Rain
Genere:
autobiografico
Valutazione: primi 5 capitoli (esclusi "Doverosa introduzione" e "Punto zero)
Lettura: 11 capitoli - opera finora pubblicata
Punteggio: 80/100

1) GRAMMATICA 16/25
Gli errori (tutti, tranne le segnalazioni sulla punteggiatura) verranno sommati. Il gruppo che comprenderà quelli di sintassi sarà moltiplicato per 2, di semantica per 1,5, di ortografia per 1. Una volta ottenuto il risultato esso sarà arrotondato per eccesso e in decimi sottratto al punteggio pieno di 25. In questo modo si darà maggior peso agli errori di sintassi, a seguire a quelli di semantica, in coda gli errori di ortografia.

CommentoDalla lettura del testo si evince prepotente la volontà dell'autrice di comunicare il suo messaggio e, a dispetto delle segnalazioni evidenziate, emerge una buona conoscenza della nostra lingua. Conoscenza che, a prescindere da refusi, dimenticanze, errori, sonda anche aspetti non ancora letti in queste stanze.
Riguardo la punteggiatura ho spesso desiderato che l'autrice opponesse maggior "resistenza" nella scrittura, regalando un numero certamente maggiore di punti fermi e punti e virgola. L'ampio respiro e le pause giuste, darebbero una svolta al testo, nel quale l'uso della sola virgola ha reso più difficoltosa la lettura. Di seguito il dettaglio.

Punteggio
Sintassi: 18 x 2 = 36
Semantica: 15 x 1,5 = 22,5 = 22
Ortografia: 32 x 1 = 32
Tot:  90 = - 9 punti

- Sintassi (errori evidenziati in numero)
1 (ripetizione del medesimo termine che, in quanto esotico, risulta particolaremnte evidente se adoperato in un testo italiano)
1 (ripetizone di una medesima frase idiomatica, che non appare strumentale ad un rafforzamento, pertanto risulta ridondante)
1 (proposizione subordinata esplicita in luogo di quella implicita corretta)
1 (uso di un articolo indeterminativo, in luogo di quello determinativo più corretto)
1 (particella pronominale "mi" di troppo)
2 (non contato)
- non ho compreso il senso di "io [...] di sessuale avevo in equilibrio proprio niente" antecedentemente non si fa cenno a qualcosa che rimane in "quilibrio" pertanto se c'è qualcosa di sotteso, non lo si rileva chiaramente) (cap 2)
- non compreso il senso di "optai per farmi il viaggio al venerdì sera in solitaria subito dopo essere atterrata, lentamente e senza pestare, godendomi la desolazione notturna dell'autostrada..." (cap 5)
1 (cambio repentino del soggetto all'interno del medesimo periodo)
2 (uso scorretto di una preposizione articolata)
1 (aggiunta di un verbo, derivato dal pensato di uno dei personaggi, a modificare completamente la consecutio dei precedenti)
1 (il mancato posizionamento di una congiunzione toglie senso a una frase, invece, di senso compiuto)
1 (il mancato uso di un soggetto esplicito, oltre all'uso anticipato del complemento oggetto, toglie senso a una frase che altrimenti avrebbe senso compiuto)
1 (uso improprio della "d" eufonica)
4 (uso scorretto di un verbo e mancata consecutio)
1 (mancata concordanza di complementi)
1 (scambio tra due tempi verbali con conseguente perdita della proposizione principale)

- Semantica (errori evidenziati in numero)
1
(la frase idiomatica "non è cosa" viene adoperata più spesso e soecificamente nelle forme dialettali; sarebbe più corretto venisse utilizzata con una definizione a completamento del pensiero "non è cosa facile", "non è cosa piacevole", "non è cosa possibile" ecc. Lasciata libera ha un senso troppo colloquiale che interrompe lo stile pulito che si sta mantenendo)
1 ("il braccio i faceva un male inaudito" sono certa si possa trovare un corrispettivo più adatto al termine "inaudito" che letteralmente vuol significare "mai udito prima". La pulizia del testo richiede che il dolore sia tattile, consiglio un sinonimo altrettanto "tangibile" a indicare il dolore al braccio)
1 ("iniziazione [...] che mi impartì" letteralmente una iniziazione non può essere impartita, poiché il termine impartire significa "distribuire a più persone", va da sé che una iniziazione in quanto tale non possa essere distribuita)
1 (presenza del termine inesistente "cagacazzo")
1 (consiglio l'uso di un sinonimo differente al posto di "farfugliato" nella frase "balbettai qualcosa di farfugliato e sconnesso), poiché il primo, per significato, è troppo vicino al verbo adoperato e suona strano quasi come se si dicesse "Mangiai qualcosa di mangiato". Impossibile oltreché di scarso effetto. In suo luogo si potrebbe adoperare il termine "confuso")
1 ("baldanzosa baldanza baldanzante", per quanto estremamente chiara nel senso che vuole significare, ne sconsiglio l'uso tanto smodato. Ci sono modi eleganti e d'impatto che possono offrire la medesima empatica volontà.)
2 (accostamento non consono di due termini, con conseguente perdita di un logico significato)
- "inconsolabile postura" (una "postura" non può essere "inconsolabile", semmai può dare indicazione sullo stato inconsolabile della persona che la adotta)
- "una qualche direzione oltre la tavolata, verso la sua destra" (l'annotazione generica di "una qualche direzione" cioè una direzione causale, fa a cazzotti con "verso la sua destra", direzione specifica non più casuale. La frase intera appare pertanto incoerente)
5 (uso improprio di un termine)
- "sincopato" viene usato quale participio passato con il significato di "intervallato" in modo improprio. Il verbo sincopare vuol significare "provocare una caduta" cioè una cosiddetta "sincope". In senso più ampio il termine viene utilizzato sia in musica che in linguistica. Andando a rileggere, il testo "L'avvicendarsi delle portate sincopato da continui "sì, signore" ecc ecc " appare grottesco sotto questa nuova luce. Consiglio un termine di meno dubbia funzione con altrettanta elegante forma.
- "irresponsabile cariatide" non sono certa che il termine "cariatide" sia stato adoperato nel senso corretto. D'altro canto, lo stesso vuol significare "polveroso", "rigido", "fermo a vecchie idee". Nel contesto nel quale appare e per la persona cui è rivolto, l'epiteto sembra sproporzionato, poiché la marchesa tutto è tranne una "donna d'un pezzo" e "d'antiquate idee". Inoltre l'accostamento di "irresponsabile" a "cariatide" appare un ossimoro nei termini.
- "fruito poco prima per..." il termine "fruito" viene adoperato con l'accezione di "usato", cosa che in sé il termine non contempla, dato che il significato vuole che l'azione agìta (utilizzando tale verbo) sia di godimento. In quel contesto specifico del topolino non se n'è "fruito" in tal senso.
- "All'altezza del giovedì" Il termine "altezza" viene adoperato come metro di misura temporale. Lo stesso non ne possiede l'accezione, se non in frasi idiomatiche prettamente dialettali e non per questo comprensibili da tutti i tipi d'utenza.
- "innato sincopare fra il raffinato e il grezzo" anche in questo caso il termine "sincopare" viene adoperato impropriamente il luogo di "scivolare tra l'uno e l'altro", "equilibrarsi tra l'uno e l'altro" (cap 5)
1 (presenza del termine inesistente "schiavanza")
1 (presenza del termine inesistente "zitellaggine" in luogo di quello corretto "zitellaggio")

- Ortografia (errori evidenziati in numero)

1 (refuso, manca uno spazio)
2 (refuso, c'è l'aggiunta inutile di una "a")
12 (mancato uso del corsivo per termini non ancora entrati a far parte del nostro linguaggio. Per estensione lo si richiede anche nelle esclamazioni colloquiali)
1 (errore ortografico per "corvèe" in luogo di "corvée")
1 (errore ortografico per "tanti paia" in luogo di "tante paia")
1 (errore ortografico per "sentenzió" in luogo di "sentenziò")
2 (refuso, mancato accento sul verbo dare)
1 (refuso, manca un articolo)
1 (uno spazio di troppo)
4 (errore ortografico per "sí" in luogo di "sì")
1 (errore ortografico per "osservó" in luogo di "osservò")
1 (errore ortografico per "mugulò" in luogo di "mugolò")
1 (refuso, manca un apostrofo)
1 (aggiunta di una preposizione di troppo)
1 (errore ortografico di "la" in luogo di "al")
1 (errore ortografico di "cremositá" in luogo di "cremosità")

- Punteggiatura (segnalazioni evidenziate in numero)
1 (il primissimo periodo richiede un punto fermo più o meno a metà. In questo modo la lettura viene agevolata da una pausa che aiuta il lettore anche a riflettere sui numerosi dettagli cui sta accedendo)
1 (vi è un periodo comprendente ben 3 principali e numerose subordinate che richiede assolutamente di essere diviso)
1 (sostiuirei la virgola con un più vigoroso punto e virgola, cercando una pausa leggermente più lunga)
1 (la mancanza di una virgola rende il fluire della lettura troppo precipitoso)
1 (svista: aggiunta di un punto fermo al posto di una virgola)
(ho evitato di delineare ogni mancata virgola o segnalare quelle di troppo) 

2) LINEARITÀ DEL TESTO 23/30
Per ogni gruppo, verrà assegnato un punteggio in decimi, spiegato all'interno della valutazione. La somma del punteggio di ogni gruppo corrisponderà al voto finale per questo parametro.

- Coerenza interna 8/10
Complessivamente la trama, essendo autobiografica, non può che apparire concorde con uno stato di realtà possibile. Per tale motivo non verrà segnalato quanto il nome Vesper, adoperato quale nick name, collimi con il nome proprio della protagonista stessa. Si comprende fin da subito la volontà di mantenere un certo anonimato, ma sarebbe stato interessante leggere di una primissima "Marta", "Francesca", "Simona" ecc. scegliere volontariamente di farsi chiamare "Vesper" solo successivamente. Dalla narrazione invece sembra che questo sia il suo nome di battesimo e che continui a farsi chiamare allo stesso modo anche quando prende a frequentare le cerchie più ristrette degli amanti del BDSM.
Sono stati pochi gli scivoloni nella trama. Nemmeno "scivoloni" li si dovrebbe chiamare, piuttosto piccoli dettagli saltati all'occhio del lettore che li sta cercando; ne elencherò alcuni a dimostrazione.
Cap 1: A un lettore oltremodo attento, appare quantomai sinistra la frase idiomatica "non è cosa" espressa da uno chef del quale abbiamo raccolto poche e frammentarie informazioni. Sappiamo che esercita nel torinese (ma che potrebbe comunque non essere originario della città, perfino della regione) e che si chiama Michael. E per quanto sia plausibile che quest'ultimo possa non essere il suo nome reale, la scena appare "strana" agli occhi di chi si è immaginato un professionista non italiano che possa intendersi di espressioni e modi di dire così tanto "italiani" da utilizzarne.
Cap 2: "...marcato pararotacismo, morbido e avvolgente al punto di squagliarmi le ovaie". La protagonista appare oltremodo elegante nei pensieri, quanto nelle convinzioni e azioni. Cadute di stile così tanto marcate la rendono sciatta e meno credibile di quanto meriti in realtà.
Cap 4: imprecisione: lo zolfo non è caustico per la pelle.
Segnalo solo per correttezza data dalla lettura, che in uno degli ultimi capitoli si fa accenno al fatto che la protagonista sappia che il Conte Baker si chiami in realtà Fabrizio. Tale informazione non ci è stata concessa nella narrazione pregressa, pertanto appare strano agli occhi del lettore, che Vesper conosca già il nome di battesimo del suo mentore.

- Capacità espressiva 8/10
L'argomento trattato è estremamente delicato, vi è pertanto una concreta difficoltà per l'autore di riuscire a suscitare empatia nel suo lettore. Colui che vi si approccia per la prima volta, infatti, (e che tendenzialmente non è pronto a entrare così tanto nell'intimità di qualcun altro) potrebbe rilevare sinceramente ardua l'impresa di immedesimarsi in uno dei personaggi.
Io ho comunque compreso appieno la strafottenza, l'indifferenza, la confusione, l'assoluto dubbio, la volontà piena di esprimere nel modo più coerente possibile se stessi, senza rinunciare alla propria dignità. E tanto è bastato a rendere questo testo, a mio parere, migliore di molti altri suoi simili risultanti invece scabrosi da un punto di vista prettamente narrativo.
Ho capito quanto questa protagonista debba aver faticato prima di vedersi. Vedere la sincerità delle proprie intenzioni, attraverso azioni che non si riconosce come utili (o, comunque, non ancora strumentali alla conoscenza). Ho letto tempesta d'animo e volontà di affrontarla, capirla.
Se una persona come me è stata in grado di cogliere tanti e tali dettagli, vuol dire che la capacità espressiva dell'autore è stata molto buona.

- Definizione dello stile 7/10Ciò che è apparso evidente è che questo testo dovesse esattamente essere scritto in questo modo per suscitare credibilità.
Se di un certo stile di vita è necessaria maschera, nick name e travestimento ebbene, per raccontarne, è necessario adottare la corretta terminologia sia un senso (descrittivo, pieno, elegante, barocco) che nell'altro (rozzo, semplice, grottesco, verace).
Avrei preferito  una maggiore armonizzazione tra le parti, così da rendere maggiormente scorrevole il testo. Ho invece rilevato come amari alcuni termini utilizzati semanticamente in modo scorretto. In quei frangenti la mia lettura si interrompeva, perdendo il ritmo sinuoso guadagnato.

3) CONTENUTO 25/25Cercherò di assegnare un punteggio quantomai coerente con uno dei quattro gruppi sopraccitati. Una volta assegnato un gruppo (Scarso, Sufficiente, Buono, Eccellente), segnalerò le motivazioni per attribuire un punteggio piuttosto che un altro all'interno del range di riferimento. Il numero che verrà fuori sarà il risultato di un'analisi, per quanto possibile, oggettiva. 

- Eccellente
Il testo comprende ogni sfaccettatura e non manca di ambientazioni, personaggi credibili e interessanti, emotività e un susseguirsi tra narrazione e azione che incentiva alla lettura.
Ambientazione
L'autrice ha saputo dosare in maniera molto convincente ogni singolo dettaglio. Ne ha scherzato, ci ha giocato, ne ha fatto condivisione piena. Sono assolutamente soddisfatta, perché sono riuscita a "vedere" in modo molto chiaro ogni luogo, ogni città, ogni atelier, ogni stanza.
Descrizione personaggi
Anche dei personaggi si è profusamente condiviso buona trama. Non solo da un mero punto di vista fisico, ma anche da quello psicologico. L'autrice si è addentrata nei menadri complessi della propria mente, il più delle volte inconsapevolmente. La sola descrizione catartica di alcune semplicissime emozioni di base ha reso credibile la protagonista per prima e di corollario tutti gli altri.
Emotività
Molto buono l'approccio narrativo dedicato alle emozioni. Dal costrutto complesso appare chiaro fin da subito che si ha a che fare con una donna dalle numerose sfaccettature. Convincente in ognuna di esse, la protagonista infonde potente sincerità nonostante situazioni di pura menzogna, sicurezza anche se in piena e costante incertezza emotiva, qualcosa di forte anche quando appare spaventosamente (psicologicamente) indifesa.
Ho letto un lavoro di introspezione buono, anche se certamente a uno stadio iniziale .
Narrazione e azioneVi è la presenza di una narrazione sì personale, ma portata avanti tramite uno stile abbastanza impegnato, a tratti ironico, ma certamente non elementare o applicato quale accessorio alla storia per innalzarne il valore.
Gli accadimenti sono rapidi ma ben delineati. Si ha la sensazione che stia accadendo qualcosa di "importante", ma l'abilità dell'autrice è stata quella di afferrare i momenti di passaggio e determinarli sensorialmente, in modo da permettere l'accesso allo step successivo senza scossoni. Si viene introdotti con garbo a ogni nuova conoscenza, si viene accompagnati gradualmente in un mondo nuovo grazie alla generosità di dettagli, ma soprattutto grazie all'onestà di chi ne sta scrivendo.
Non c'è menzogna nello scritto, non c'è volontà di edulcorare uno specifico accadimento per il piacere altrui. C'è una realtà che bisogna accettare come tale, scindendola dal proprio senso del pudore e valutandola svestendosi dell'insidioso bigottismo che in tali circostanze potrebbe insorgere a censurare ogni pensiero.

4) COMMENTO PERSONALE 16/20 
Il mio voto è un 8.
"L'educazione perversa" è un'autobiografia.
Scegliere di mettere su carta (prima) e condividere (dopo) la propria autobiografia è un lavoro che richiede grande coraggio.
Richiede coraggio per svariate ragioni. La prima è prettamente personale. Scrivere di se stessi nel modo più sincero possibile vuol dire denudarsi e guardarsi quando (e soprattutto) si è maggiormente indifesi. Tale scelta di osservarsi in modo ravvicinato (tanto da provare pena, rancore, amore, disgusto o anche orgoglio per se stessi) è una prova che non tutti sarebbero in grado di affrontare né di superare. Guardarsi dentro e accettare senza remore anche il più piccolo angolo buio dell'animo è non solo difficile, ma spesso impossibile.
Una seconda prova di coraggio che richiede tale tipologia di opera (quando sincera e ovviamente non viziata da fattori commerciali) riguarda la capacità di riuscire a parare i colpi che arriveranno. Sì, perché chi si mette a nudo in questo modo, sa che prima o dopo arriveranno i buonisti, i perbenisti, i collotorto, gli ipocriti, i felici, gli ammogliati, le madri, le nonne e chi più ne ha più ne metta, a dire la propria con giudizio e probabile costernazione.
Per prima, ammetto di non essere in grado di ricevere giudizi positivi, figurarsi dovessero arrivarne di negativi, probabilmente cercherei di fare un esame approfondito di coscienza valutando ogni pro e contro sul perché non sia riuscita a dare di più, a essere perfetta.
Mettere se stesso su carta, vuol dire accettare di non essere perfetto, vuol dire sapere incassare, vuol dire avere due palle così (e mi si perdoni il francesismo!).
L'autrice ha fatto questo.
Ha proposto una parte di sé con coerenza, senza fronzoli né fiocchetti, senza la volontà di suscitare una qualche forma di compassione o di crearsi schiere di fanatici a sbavarle sulle scarpe (sic!), ma solo per dare voce a una realtà.
C'è un sano senso di realtà in questa storia.
Non bisogna dimenticare, tra l'altro, che "perverso" deriva dal latino "pervertere" che non è altro che cambiare il senso originario cui è deputata una tal cosa. In questo caso specifico, non c'è che la ricerca spasmodica di se stessi attraverso stimoli non convenzionali. Ciò che notoriamente è attribuibile a uno specifico campo di pensiero, in questo caso viene assunto come mezzo per capire se stesso.
Non mi resta che fare il mio in bocca al lupo all'autrice, sperando di aver reso, anche se in minima parte, giustizia a una dinamica di scrittura - l'autobiografia - che mi sta molto a cuore.
Complimenti.

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