Non ricordo esattamente chi mi abbia consigliato "Lo strano caso dell'apprendista libraia" di Deborah Meyler né tanto meno ricordo se a convincermi sia stata una recensione positiva letta on line.
Propendo per la seconda, a questo punto... anche perché ricordo una grande aspettativa legata a questo libro ed effettivamente una immensa gioia per averlo ricevuto in regalo lo scorso Natale.
Edito da Garzanti è un libro del 2014. L'ho preso in mano una settimana fa, lanciandomi con grande entusiasmo in una lettura che speravo potesse sul serio regalarmi nuovi spunti e punti di vista e che invece è stata una delusione totale.
Trama
Esme Garland è una ventitreenne inglese che, grazie ad una borsa di studio ricevuta dopo numerosi sforzi, si trasferisce a New York per studiare storia dell'arte alla Columbia. Vive da sola e la sua migliore amica negli States abita alla porta accanto.
Nonostante i tratti fisici di questa giovane non vengano mai delineati, l'idea generale è che sia una ragazza di altezza, bellezza, fisicità e intelligenza comuni. Nel libro, Esme parla in prima persona, pertanto leggiamo del mondo che la circonda attraverso i suoi "occhi". Da un paio di mesi frequenta tale Mitchell van Leuven, un professore di economia trentatreenne appartenente a una famiglia più che benestante, del quale è perdutamente innamorata. È una ragazza ordinaria, che fa cose ordinarie e che ad inizio libro "sente" che c'è qualcosa che dimentica, scoprendo presto che ciò che la mette in allarme è il fatto di pensare di poter essere incinta. Nonostante manchino ancora pochi giorni al ciclo, effettivamente scoprirà di aspettare un bambino dall'uomo della sua vita, anche se ancora non sa se vorrà interrompere la sua promettente carriera per crescere un figlio non programmato. Decide però, qualunque strada intraprenderà, di cercarsi un lavoro. Verrà quindi presto assunta alla Civetta, una piccola libreria nella quale tanto adora trascorrere il suo tempo. La compagnia sarà varia e variopinta a partire dal suo datore di lavoro George - profondo amante dei libri ed eccentrico vegano, nonché ambientalista convinto -, Luke - il commesso trentenne, musicista e giovane uomo con una visibile corazza - Mary, Bryan e tutti i senzatetto che popoleranno la libreria riempiendola di storie e vita.
Nonostante i tratti fisici di questa giovane non vengano mai delineati, l'idea generale è che sia una ragazza di altezza, bellezza, fisicità e intelligenza comuni. Nel libro, Esme parla in prima persona, pertanto leggiamo del mondo che la circonda attraverso i suoi "occhi". Da un paio di mesi frequenta tale Mitchell van Leuven, un professore di economia trentatreenne appartenente a una famiglia più che benestante, del quale è perdutamente innamorata. È una ragazza ordinaria, che fa cose ordinarie e che ad inizio libro "sente" che c'è qualcosa che dimentica, scoprendo presto che ciò che la mette in allarme è il fatto di pensare di poter essere incinta. Nonostante manchino ancora pochi giorni al ciclo, effettivamente scoprirà di aspettare un bambino dall'uomo della sua vita, anche se ancora non sa se vorrà interrompere la sua promettente carriera per crescere un figlio non programmato. Decide però, qualunque strada intraprenderà, di cercarsi un lavoro. Verrà quindi presto assunta alla Civetta, una piccola libreria nella quale tanto adora trascorrere il suo tempo. La compagnia sarà varia e variopinta a partire dal suo datore di lavoro George - profondo amante dei libri ed eccentrico vegano, nonché ambientalista convinto -, Luke - il commesso trentenne, musicista e giovane uomo con una visibile corazza - Mary, Bryan e tutti i senzatetto che popoleranno la libreria riempiendola di storie e vita.
Recensione
Complessivamente mi aspettavo una storia tendenzialmente "di esempio". Qualcosa che potesse elevare il potere emozionale delle piccole librerie a qualcosa di indispensabile, contro le luccicanti e capitalistiche multinazionali che, oltre ai libri, vendono anche caffelatte, dolcetti e "card" raccogli punti!
E invece no! "Lo strano caso dell'apprendista libraia" non ha davvero nulla di "strano". Ma anzi, percorre la via della banalità, riversandosi alla fine nella piazza dei chiché, lasciando un amaro in bocca persistente e la percezione di aver sprecato il proprio tempo nella lettura.
Ho trovato la protagonista di una immaturità disarmante, priva della benché minima dignità e che di tanto in tanto, propone frasi campate in aria che vogliono innalzare il libro a qualcosa di "aulico", ma che inevitabilmente stonano con l'intero suo modo di comportarsi!
Lo svilupparsi della trama procede sempre con evidente "normalità", delineando anche un personaggio - il suo amato Mitchell - in modo del tutto inverosimile. Quest'uomo, presente dall'inizio alla fine, è tutto e niente, dolce e amaro, aggressivo e dolcissimo, forte e debole, superficiale e profondo, maleducato e perfetto. Il personaggio meno coerente dell'intero racconto.
L'unica nota positiva che ho riscontrato e trovato davvero "potente" è stata l'attenzione che viene data alla descrizione della libreria "Civetta". Ambiente carico di storia, cultura, polvere e tradizione, ricco di radici profonde e foriero di grande pace, portatore di quel profumo inconfondibile di carta, che solo gli amanti dei libri sanno apprezzare a fondo.
E invece no! "Lo strano caso dell'apprendista libraia" non ha davvero nulla di "strano". Ma anzi, percorre la via della banalità, riversandosi alla fine nella piazza dei chiché, lasciando un amaro in bocca persistente e la percezione di aver sprecato il proprio tempo nella lettura.
Ho trovato la protagonista di una immaturità disarmante, priva della benché minima dignità e che di tanto in tanto, propone frasi campate in aria che vogliono innalzare il libro a qualcosa di "aulico", ma che inevitabilmente stonano con l'intero suo modo di comportarsi!
Lo svilupparsi della trama procede sempre con evidente "normalità", delineando anche un personaggio - il suo amato Mitchell - in modo del tutto inverosimile. Quest'uomo, presente dall'inizio alla fine, è tutto e niente, dolce e amaro, aggressivo e dolcissimo, forte e debole, superficiale e profondo, maleducato e perfetto. Il personaggio meno coerente dell'intero racconto.
L'unica nota positiva che ho riscontrato e trovato davvero "potente" è stata l'attenzione che viene data alla descrizione della libreria "Civetta". Ambiente carico di storia, cultura, polvere e tradizione, ricco di radici profonde e foriero di grande pace, portatore di quel profumo inconfondibile di carta, che solo gli amanti dei libri sanno apprezzare a fondo.
A conti fatti, non mi sento di consigliarne la lettura, ma sono più che disposta al confronto, qualora qualcuno l'avesse già affrontata!
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