giovedì 16 luglio 2015

Seta

Intraprendere la strada della opinione condivisa è un vero e proprio atto di fede. Ma prima di dipanare un pensiero e di avviarmi nei meandri del libro di cui mi piacerebbe parlare oggi, è giusto che una domanda nasca spontanea: il mondo ha davvero bisogno di questa ennesima condivisione di pensieri non richiesti nati dalla spinta e dalla foga del momento, dal periodo storico personale del recensore, dal bagaglio culturale dello stesso?
La risposta è lapalissiana.
No, il mondo non ha bisogno di un nuovo spazio riempito con parole insulse, fuori luogo ed estremamente soggettive. Tanto meno delle mie. Recensire un libro non vuol dire soltanto "lasciare le proprie impressioni scritte affinché altri possano giovarne", ma vuol dire anche "lasciare aperto un varco attraverso il quale si può venir feriti e attaccati dal chicchessia di turno". Condivisione è anche questo: il coraggio di riuscire a dire la propria accettando che non tutti potranno concordarne e che anzi, molto probabilmente, c'è chi non aspetta altro che alzar la mano ed elevarsi a Bastian Contrario del momento. Va da sé che la scelta di intraprendere questa strada deve essere necessariamente ponderata, soprattutto da chi non ha mai avuto la volontà, o meglio, non ha mai dato la possibilità al chicchessia di cui si parlava poco più su, di giudicare un suo prodotto. Sto parlando di me, naturalmente.
All'inizio del post ho parlato di atto di fede. In questo contesto io lo intendo soprattutto verso me stessa. E' la fiducia che ad occhi chiusi do alla me-futura, la quale domani tornerà impietosa tra queste pagine e diventerà il più critico giudice. E' a lei che voglio scrivere ed è a lei che voglio rivolgermi, sapendo che dovrò darle conto per prima e alla me-passata dopo. E che la me-presente abbia pazienza e cerchi di rendersi giusta bilancia: questo è tutto ciò che mi auguro.

Dopo avere in un certo senso avuto la mia bella introduzione, mi accingo a scrivere due righe su Seta di Alessandro Baricco (edito da BUR Rizzoli). La scelta di questo libro per la tipologia di post che voglio pubblicare è stata sofferta. Non è l'ultimo che ho letto, né il primo. Questa recensione non vuole essere legata alle impressioni immediate nate da una fresca lettura, ma vuole profondamente incatenarsi ad un ricordo. La mia volontà è quella di unire indissolubilmente le sensazioni, gli stati d'animo e le emozioni nate dalla lettura, al periodo in cui questa si è compiuta.
Il libro (che non ho più a mie mani, poiché in uno slancio di eccessiva generosità è stato dato via) mi è stato regalato dieci anni or sono dalla persona alla quale ero sentimentalmente legata. Nella prima pagina, la dedica scritta a mano in un allusivo inchiostro rosso recitava "soltanto quando l'amore è negato la passione fatale può ardere". Preludio a quel che avrei letto o messaggio non così tanto subliminale? Solo molto dopo avrei inteso la portata di quella dedica, ma questa è un'altra storia!
Dicevo, Seta di Baricco. Protagonista è Hervé Joncour, un commerciante di seta il quale, spinto da un coraggio non propriamente spontaneo, decide di intraprendere il lungo viaggio fino in Giappone necessario ad acquistare uova sane di bachi da seta. Necessità nata dal fatto che le uova dei bachi francesi per primi, quindi europei ed africani sono state colpite da un'epidemia. C'è una moglie, Hélène, che aspetta, c'è Baldaboiu che supporta, spinge e coinvolge il protagonista, c'è l'autoritario Hara Kei ad incutere una necessaria reverenza nei confronti del lettore e c'è una ragazza misteriosa i cui occhi sanno dire molto più d'ogni altra parola. La linearità degli accadimenti è disarmante, così come la loro chiarezza. Seta non è solo un filo conduttore, ma anche la "lente" attraverso la quale è possibile sentire il romanzo. La delicata leggiadria con cui vengono accolti i fatti è l'emozione stessa che si vuole suscitare nel lettore. Io almeno, porto questo ricordo (im)palpabile, che c'è e non c'è del tutto. E' mutevole come un velo al vento, leggero e soave come una piccola storia deve essere. Ma abbastanza potente da suscitare un tremito inatteso.
L'autore è controverso, io stessa non ho ben delineato un pensiero a riguardo. Ho letto poco e male ciò che viene detto di lui, né me ne sono mai seriamente interessata. Apprezzo l'abilità che ha di giocare con i ritmi e le parole, stimo la sua peculiare logica e nel complesso la mia predisposizione a suoi lavori è positiva. Mi sento di consigliare questa lettura non solo perché soggettivamente apprezzata in un periodo della vita in cui sentivo forte l'esigenza di provare passioni forti, ma anche perché oggettivamente ne ho provate durante la stessa! E non l'avrei creduto possibile.

8 commenti:

  1. spero che la connessione molto "ballerina" mi permetta di concludere il mio commento...questo libro non l'ho letto e su Baricco la penso un po' come te con l'aggiunta che , per me, non brilla di simpatia. A lui però il merito di scrivere in modo sublime e stilisticamente perfetto . Non mi resta che intraprendere questa lettura anche perché, almeno nell'edizione chi hai pubblicato, ha una copertina bellissima e io, che son donna superficiale (ah ah ah) , mi faccio spesso catturare da involucri eleganti e accattivanti! grazie per la tua recensione ! ti abbraccio

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    1. Robi cara, siamo fortunatamente portatrici di tutti e cinque i sensi ed è giusto che anche l'occhio divenga mezzo attraverso il quale lasciarsi affascinare. Certo, forse la prima impressione non collimerebbe mai con quella globale a lettura avvenuta, ma sarei davvero curiosa di conoscere in tuo pensiero a riguardo dopo l'eventuale lettura di questo libro! E' bello comunque leggerti qui! :)
      Un bacio a te!

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  2. Echi del passato. Voci e volti, quel volto, che riemergono alla mente dopo anni, talmente tanti che forse si trattava di una vita precedente. Capito qui per caso su invito di Miu Mia, ma il caso non esiste e quindi deve esserci un motivo se il libro è proprio questo, prestatomi da quella persona di cui, dopo anni di oblio, proprio soltanto poche ore fa ho parlato, non senza un pizzico di nostalgia. Quando ho letto il titolo di questo post ho trasalito.
    Comunque: del libro ho apprezzato l'elegante essenzialità descrittiva, che mi ha fatto sovente pensare ai kakejiku, e la raffinata immediatezza, simile per certi tratti agli haiku. Uno stile narrativo che richiama alla mente il Giappone, che diventa così non soltanto l'ambientazione scelta per il romanzo.
    Interessante la trama che, forse, non brilla per originalità, ma che si dipana leggera di pagina in pagina, stendendosi davanti al lettore come un telo di seta, mentre il ritmo narrativo accompagna piacevolmente fino all'ultima pagina.
    Concordo con te nel consigliarne la lettura. Ciao.

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    1. Viviana cara! Sono sempre io! Stamane con l'account delle mie batuffole gatte (Miu e Mia) ti ho invitato in questo che è il posticino in cui mi piacerebbe esprimere essenzialmente me stessa! E' un piacere poter condividere ciò che reputo essere parte integrante del passato che ha contribuito a rendermi la donna che oggi sono. E se questo vuol dire raccogliere sulla strada anche qualche critica, ben venga! Sono felice di leggerti concorde e nonostante conosca davvero poco di kakejiku e haiku, la curiosità per ciò che mi è ignoto si risveglia prepotente, portandomi necessariamente a chiederti di delucidarmi!
      E' comunque una bella rivelazione leggerti qui!
      Benvenuta nel mio Cafè! :)

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  3. credo che gli autori controversi siano tra i più affascinanti, perché quelli mondialmente riconosciti come leggendari, tante volte si siedono, smettendo di scrivere splendidamente [vedi Paolo Giordano...]
    ciò premesso Baricco non l'ho mai letto... troppo commerciale!

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    1. E' un gran peccato! Come scrivevo, non mi sono mai documentata su questo autore, va da sé che non conosco nemmeno le dinamiche che sottostanno a determinati modi di approcciarsi al pubblico! Non so se per "commerciale" intendi "popolare" e quindi adatto a tutti oppure "pubblicizzato" all'estremo per vendere copie. Sono certa si possa dire tutto di Baricco tranne che è per tutti (lo dico con cognizione di causa dato che ho avuto modo di leggere più di una sua opera)! Al contrario trovo sia un autore estremamente elitario!
      Ti consiglio di fare un'eccezione e superare questo piccolo pregiudizio che hai nei suoi confronti! Mi ringrazierai! ;)

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  4. Mi piace, mi piace molto...ho pensato di rileggerlo seta...e' passato tanto tempo.

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    1. ...e sai già che sapere di essere "motore" di qualcosa di bello non può che rendermi orgogliosa!
      Perdona l'immenso ritardo, cara Mary! Ma alla fine sempre da te torno! ;)

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