Mentre sfogliavo a caso alcuni dei miei libri più cari, improvvisamente prendendone uno, è scivolato cadendo a terra un piccolo stelo essiccato di quella che fu una mimosa. E' stato quello l'attimo esatto in cui si è materializzata in me la figura che avevo deciso di abbinare alla mia ospite.
Non voglio anticipare, né perdermi in ulteriori parole che potrebbero lasciar sfumare questo splendido connubio, ma lascerò parlare i versi che ho scelto - grazie al caso - per voi.
Concorderete con me sulla evidente somiglianza tra Mary di Dafne's Corner "il Gusto", che si è appena accomodata sul divano accanto a me, e la protagonista di questo stralcio che state per leggere! Naturalmente non ci facciamo mancare nulla e a contorno di una fantastica giornata di sole, gustiamo insieme i Crackers alla robiola e limone che Mary ha preparato con le sue dita agili...
...e mentre mi servo - cracker in una mano, calice di cocktail nell'altra - tengo in bilico sulle gambe incrociate il mio La fata carabina di Daniel Pennac, un libro dai sapori pungenti. Secondo della pentalogia dei Malaussène, forse è quello con un ritmo incalzante fortemente imprevedibile. Sì, perché questo autore lo si ama o lo si odia, poco convenzionale nei contenuti, arriva dritto al centro del cervello in quella parte strettamente collegata al cuore.
Non mancherò di regalarvi altri spunti in merito. Buona lettura!
Erano ormai quattro giorni che la giovane donna trovata nella chiatta dormiva profondamente.
"Se non è una puttana, bella signora, chi è mai?"
Pastor era inginocchiato al suo capezzale. E mormorava, nel silenzio della stanza d'ospedale, sperando che lei avrebbe udito l'eco di quel mormorio in un angolino del suo coma.
"E chi l'ha ridotta così?"
Non era schedata come prosituta né data per scomparsa. Apparentemente, nessuno reclamava quel corpo sontuoso, nessuno si preoccupava di quell'esistenza vacillante. Pastor aveva esaurito tutte le risorse dell'informatica e degli schedari di cartone.
"Li ritroverò, sa. Erano almeno due."
Lei era irta di tubi. Riposava in un odore di conserva ospedaliera.
"Abbiamo già recuperato la macchina, una Bmw nera, dalle parti di place Gambetta."
Chino su di lei, Pastor le annunciava un po' di belle notizie. Di quelle che possono riportarti a galla.
"L'analisi delle impronte ci dirà molte cose."
Il bip rosso di un cubo metallico indicava che la donna stava pensando, ma da molto lontano. Il cuore batteva in modo irregolare, come quando si ama.
[...]
Pastor sorrideva nella penombra della stanza. Prese una sedia, l'accostò al letto e si sedette con calma.
"Bene. Ragioniamo."
Ora mormorava proprio nell'orecchio della dormiente.
"Lei si fa aprire la pancia e curare i denti all'estero. Con un po' di fortuna la composizione della sua capsula dentaria ci indicherà il paese. Le ipotesi quindi sono due."
(Si può interrogare chiunque, in qualsiasi situazione. E' raro che siano le risposte a dare la verità, più spesso è il concatenamento delle domande. [...])
"O è una bella straniera, massacrata in territorio francese, magari una spia, visto che l'hanno torturata, e allora il caso mi verrà tolto, perciò scarto subito questa ipotesi.
"Oppure è semplicemente una viaggiatrice di professione."
Pastor lasciò passare il rumore di ferraglia di un carrello nel corridoio, poi domandò:
"Professore con un incarico all'estero? (Fece una smorfia di scetticismo.) No, questo corpo non è un corpo da insegnate. Funzionaria d'ambasciata? Donna d'affari?"
Le forme ampie, i muscoli sodi, il viso volitivo evocavano al limite quest'ultima immagine.
"Neanche: i suoi uomini l'avrebbero cercata."
[...]
"Giornalista, allora?"
Giocherellava con questa idea, ora. Giornalista... reporter... fotografa... qualcosa del genere...
"Ma perché il suo giornale non avrebbe reclamato una così bella scribacchina, in caso di scomparsa?"
Percorse ancora una volta il suo corpo con lo sguardo. Bella ragazza. Bello scheletro. Bella faccia. Dita nervose e agili. Criniera naturale.
"Perché lei non è un'impiegatuccia della penna che giorno dopo giorno alimenta un quotidiano, né un reporter mondano che comunica via telefono articoli prefabbricati all'ora dell'aperitivo."
No, la vedeva piuttosto come giornalista di punta, del genere "presa diretta dulla realtà", che scompare per settimane per poi riapparire una volta chiusa l'inchiesta. Storica del pressente, etnologa dell'hic et nunc, la tipica ragazza che scopre quello che doveva rimanere nascosto. E vuole dirlo. In nome di un'etica della trasparenza.
Da La fata carabina, pagg. 75-77, di Daniel Pennac